Appunti di una poetessa su Magdalo Mussio passando per Algirdas Julien Greimas

Magdalo Mussio fu un artista noto per essere stato uno degli esponenti della poesia visiva.
La poesia visiva è una rappresentazione verbale, l’insieme di scritte aggrovigliate che danno solo un sapore inserendole in un contesto disegnato.
Nelle opere di Mussio si possono osservare segni, circoli, parole, piccoli schizzi, numeri, frasi spezzate; parole non più posate su un semplice quaderno bianco ma in una composizione artistica.
E cosa son le sue composizioni se non sentimenti, pensieri, note di vita, segmenti di memoria che egli vuole appuntare come se i fogli fossero il suo intimo diario.
Notiamo frammenti apparentemente di giornale o di libri, attaccati e sovrapposti a linee, schemi e mappe concettuali: tutto a formare un verso poetico fatto di immaginario estro.
Fogli pieni di espressioni che lo spettatore deve cercare di decifrare; capire come Mussio abbia concepito lo spazio in cui pone la sua arte.
L’occhio di chi guarda deve essere ben attento e svelare quel che è stato celato.

Carta velata, strappata, vissuta, sentita, occupata
ogni spazio è riempito
parole sognate, pensate, inseguite, scritte
macchie di colore
tutto è cercato
racchiuso in una rappresentazione immaginativa verbale
bricolage artistico pieno di fantasia


Il semiologo Algirdas Julien Greimas afferma: L’uomo vive in un mondo significante. Per lui il problema non si pone, il senso è posto, s’impone con evidenza, come una sensazione di compresenza del tutto naturale.

Mussio scrive su Chiarevalli Monodico: Sul margine della carta cominciai a scrivere parole fitte e illeggibili, raschiavo o spennellavo per poi di nuovo ricoprire nascondendole. Sopra scrivevo segreto, ma anche per me era ignoto quello che sotto vi era scritto, tanto che slittavo in una ambiguità pittorica.

Parole fitte nere si contrappongono allo spazio dispersivo bianco, la scrittura distoglie lo sguardo dall’insieme che vuole essere l’opera.
La scrittura è incomprensibile e Ugo Carrega all’interno del suo libro Scrittura attiva scrisse:
 Tutti i segni in Mussio hanno una connotazione della calligrafia tipicamente soggettiva fatta per essere letta da chi l’ha scritta, e chi l’ha scritta vuol farla solo vedere più che farla leggere.

È molto importante a questo punto studiare la semiotica plastica e incentrare la nostra attenzione non sul figurativo che è alla portata di tutti ma su un approccio plastico che Greimas intende come: l’organizzazione di linee, colori, porzioni e spazi di un testo, indipendentemente dal fatto che in esso si possano riconoscere o meno figure del mondo reale.

Fatta questa premessa, ora ognuno di noi può attraverso la propria sensibilità cercare di entrare nei pensieri del pittore/scrittore Mussio, contemplare l’opera percependo cosa viene trasmesso, provare a leggere il contenuto, capirne il significato e infine dando il titolo mancante.

La mia sensibilità indica:
Autore: Magdalo Mussio
Titolo: Poesia di un uomo che ama il rumore dei segni
Spazio: Caos di forme, numeri e parole che cercano di uscire volendo una libertà
Scrittura: Ironia fugace quasi favolistica

Prendiamo ora in considerazione il concetto di Isotopia di Greimas:
concezione del significato come effetto del contesto, cioè qualcosa che non appartiene alle parole prese singolarmente, ma risulta dai loro rapporti e dalle loro posizioni all’interno del testo.
Magdalo Mussio ci pone davanti non ad una singola parola ma ad un insieme di esse in un contesto dove le forme sembrano pitture primitive e le parole indicano civiltà, quindi hanno significato.

Mussio era anche solito numerare le sue opere e Madaleine Blanchot descrive questa sua peculiarità in Scritture: L’occupazione dello spazio numerando non significa altro, o non vuole essere altro, che il trasferimento in  numerazione progressiva dei momenti necessari (come tempo) impiegati nella realizzazione. Tempo che corrisponde all’occupazione e misurazione della stessa superficie. Nessuna dicotomia quindi tra allusione ad una figura e allusione a ciò che è senza figura come fatto letterario. Quale sia il codice risultante è nell’impronta stessa lasciata dagli inchiostri o dagli altri materiali; la traccia di un’azione che nel tempo e nella prassi si svolge nell’inscindibile contemporaneità mentale di lettura e percezione estetica.
Parlerei allora di evento, accadimento, di verifica memorizzante dell’esistenza o, al limite, parafrasando, di action painting.

Ogni artista ha davanti uno spazio.
Lo spazio può essere riempito con materiali a lui disponibili e distribuirlo come meglio crede.
Magdalo Mussio ha avuto ben più delle matite e i colori, ha utilizzato la parola.
La parola, uno strumento forte che oggi è ancor più difficile usare perché comunicare è un lavoro di quotidiana incertezza dovuto al modo inappropriato con cui l’essere umano si relaziona agli altri.

Uomo - Relazione - Parola
Dipinto - Relazione - Scrittura
Mussio - Relazione – Poesia Visiva

Samanta Casali


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