I pretini di Nino Caffè e Fabio Failla
Nino Caffè è un pittore abruzzese noto per
essere stato il pittore dei pretini.
Egli raffigura questi sacerdoti in maniera buffa
mentre giocano, svolazzano, spettegolano noncuranti della loro carriera
ecclesiale. I dipinti di Caffè sono ironici, colorati e grotteschi
ma in realtà nascondono un messaggio: l’uomo è pieno di difetti e sono maggiori
i suoi vizi che le sue virtù. Nello sfondo sono presenti le cupole di Roma che
rappresentano le crepe della chiesa.
Caffè coglieva il vissuto delle persone e lo
riproponeva a suo modo attraverso il mondo dei simpatici pretini, realismo e
teatralità sono i punti chiave della pittura di Caffè nella Roma anni
50. L’idea dei pretini è nata ad Urbino ma è nella città di Roma, dove la
Chiesa è il simbolo, che le sue scene dal sapore surreale hanno avuto vita. I
pretini ritratti da Caffè non hanno mai atteggiamenti liturgici ma sono
spensierati in un ambiente esterno come il parco, la spiaggia, sulla neve e
rappresentati sempre con i loro immancabili ombrellini.
Fabio Failla è un pittore toscano, anche lui nella sua
carriera ha dipinto pretini ma è meno conosciuto per questo soggetto rispetto a
Caffè dato che egli ha ampliato le sue vedute dipingendo altri soggetti come
fiori e nature morte. Si innamora della città di Roma e del suo spazio tanto da
esserne la sua ispirazione. Notiamo nei suoi dipinti figure che tornano più
volte: pretini neri e rossi e monachine. Questi personaggi mostrano scene
di vita quotidiana accanto agli scorci romani. Pretini che salgono la scalinata
o sostano tra i colonnati.
Failla offre vedute e monumenti romani, il suo stile è
architettonico e i suoi quadretti sono come cartoline che ci mostrano la
bellezza della città eterna, la capitale, Roma.
In Failla c’è l’esaltazione della luce e del colore.
La differenza rispetto a Caffè è che guardando le opere di Failla si
ha la sensazione di calma e pacatezza (suorine e pretini come
piccole presenze vicino a maestosità monumentali) mentre in Caffè
abbiamo goliardicità e movimento.
Failla pone i suoi personaggi in uno spazio tranquillo
dove si scorgono mura imponenti lontane dalla confusione di una Roma caotica e
piena di vita.
In Caffè si ha una percezione vivida delle
urla e delle risate dei pretini pazzerelli.
L’analogia di questi due artisti è che usano il
medesimo soggetto (il pretino) nel medesimo contesto (Roma).
Un altro fattore che accomuna questi due pittori è che
entrambi hanno vissuto gran parte della loro vita nelle Marche.
Caffè si trasferì prima ad Ancona e poi a Pesaro dove vi rimase fino alla morte
mentre Failla soggiornò nella città di Pollenza per lunghi periodi della sua
vita dato che in questa città aveva la casa materna.
Sono venuta a conoscenza delle opere dei
due artisti proprio in queste città marchigiane: Caffè alla Fondazione Cassa di
Risparmio di Pesaro presso Palazzo Montani Antaldi e Failla durante una mostra
organizzata a Pollenza dallo storico Alvaro Valentini in
occasione del centenario della nascita dell’artista.
Volo dalla Torre Nino Caffè 1968 |
Obelisco a Trinità dei Monti Fabio Failla 1959 |
Samanta Casali